LE SFIDE DELLA MUSICA DAL VIVO NELLE CITTÀ EUROPEE: IL REPORT DI LIVEDMA RACCONTA DIFFICOLTÀ  E POSSIBILI SOLUZIONI

Aumento degli affitti e dei cachet, gentrificazione e mancanza di supporto pubblico, instabilità economica e gli effetti duraturi del COVID: lo studio commissionato da Live DMA – l’associazione europea che rappresenta locali, club e festival di musica dal vivo – nel 2024 evidenzia le sfide urgenti affrontate dai piccoli e medi locali di musica dal vivo nelle città europee. 

Basandosi su testimonianze di 16 locali e stakeholder in tutta Europa, lo studio analizza le pressioni complesse che stanno trasformando il panorama della musica dal vivo a partire dal tema della gentrificazione che emerge come un ostacolo significativo, poiché l’aumento degli affitti e la speculazione immobiliare spingono fuori sia le comunità locali sia i locali stessi. I progetti di riqualificazione urbana, spesso pensati per rivitalizzare i quartieri, finiscono involontariamente per emarginare gli spazi culturali che inizialmente avevano contribuito al fascino dell’area. A peggiorare la situazione ci sono le lamentele per il rumore, alimentate da una cattiva pianificazione urbanistica che non integra adeguatamente gli spazi culturali nell’infrastruttura cittadina. 

Le pressioni economiche – aumentate con l’inflazione post pandemica – rappresentano un altro fattore critico e limitano spesso la possibilità di assumere rischi artistici, riducendo così la capacità di promuovere nuovi talenti o sperimentare con la programmazione. Di pari passo si osserva una crisi delle risorse umane che si rispecchia sia nella carenza di professionalità del settore degli spazi di musica sia nei cambiamenti dei comportamenti del pubblico, soprattutto tra i più giovani, che preferiscono eventi su larga scala e immersivi rispetto ai concerti più intimi. Queste tendenze mettono in difficoltà i modelli tradizionali dei piccoli locali, che faticano a competere con eventi di grande richiamo e fortemente pubblicizzati.

Lo studio esplora anche possibili soluzioni a queste sfide: meccanismi di redistribuzione, come una tassa sui biglietti degli eventi su larga scala, potrebbero offrire un supporto economico vitale ai piccoli locali e pianificazioni urbane più efficace potrebbe proteggere meglio i locali dalle lamentele per il rumore e dalla gentrificazione. È inoltre essenziale un maggiore riconoscimento del valore culturale del settore, attraverso l’aumento dei sussidi, la riduzione dell’IVA e altre agevolazioni fiscali; ma al tempo stesso si sottolinea come i locali ed i festival debbano a loro volta innovare, abbracciando la sostenibilità, adottando pratiche ecologiche e sperimentando nuovi format di eventi, in linea con i valori contemporanei.

Nonostante queste sfide, i piccoli e medi locali restano indispensabili per l’ecosistema della musica dal vivo, sottolinea Federico Rasetti di KeepOn Live, associazione di categoria che rappresenta gli spazi di musica dal vivo in Italia, parte di LiveDMA.

Le venue di musica dal vivo sono il cuore pulsante della cultura musicale urbana, luoghi di incontro, creatività e comunità. Hanno dimostrato una buona resilienza di fronte a gentrificazione, crisi economiche e cambiamenti del pubblico, ma non possono farcela da sole. Servono politiche di supporto e un impegno concreto da parte dell’industria musicale e delle istituzioni. Difendere la musica dal vivo nelle città e territori significa proteggere la nostra coesione sociale e il diritto alla condivisione. Dovrebbe essere un asset sul quale le amministrazioni dovrebbero investire. È tempo di agire con la stessa energia con cui queste venue resistono ogni giorno.

Il report completo di LiveDMA – a cura di Cécile Moroux – è disponibile sul sito live-dma.eu nella sezione “Observation and research”.